Il 17 luglio si celebra in Cattedrale S. Generoso martire, compatrono di Tivoli. Le sue spoglie riposano all’interno dell’altare maggiore del Duomo come voto di ringraziamento fatto dal popolo dopo un violento terremoto. La storia di Generoso è raffigurata nel primo riquadro a sinistra della parete absidale (eseguito verso il 1815) e allude alla tradizione antica che colloca gli eventi all’epoca dell’invasione dei Vandali nel 435. Il dipinto ritrae Genserico a cavallo davanti alle mura di Tivoli nell’atto di indicare i due cristiani, Generoso, con elmo e corazza, e Maiorio, il servo vestito poveramente, che vengono arrestati mentre un angelo dona dall’alto la palma e la corona del martirio. Secondo questa tradizione, Generoso è un militare, così è raffigurato nel dipinto ottocentesco e tale è anche l’abbigliamento che si rinviene nel sarcofago settecentesco all’interno dell’altare. Tuttavia recenti studi hanno sollevato una serie di dubbi relativi a tale connotazione. Sembra che in realtà il martire tiburtino sia stato confuso con un cristiano anch’esso legato alle persecuzioni dei Vandali di nome Servius, generosus et nobilis vir, della città africana Tuburbitanae erroneamente letta da qualche storico del passato come Tiburtinae. Nel 1927 lo storico mons. Giuseppe Cascioli suggerì di identificare Generoso con il Vescovo ucciso dai Goti nell’anno 545 (G. Cascioli, Gli uomini illustri o degni di memoria della città di Tivoli dalla sua origine ai nostri giorni, vol. I, Tivoli 1927). Anche se non si hanno prove storiche a tal riguardo, si propende oggi per questa seconda ipotesi.
Il 18 luglio viene ricordata S. Sinforosa, martirizzata assieme ai sette figli (Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Statteo ed Eugenio) sotto l’Imperatore Adriano.

